Biodegradabile o compostabile?
Risparmiamo tempo e non commettiamo errori!

Vediamo le differenze

Biodegradabile e compostabile sono termini che ormai fanno parte della nostra quotidianità e tutti sanno che si riferiscono alle caratteristiche dei prodotti amici dell’ambiente.
Ma forse non tutti sanno cosa significano nello specifico entrambi i termini e persino che fra i due c’è una differenza sostanziale, che andrebbe conosciuta alla perfezione per operare le giuste scelte nella gestione dei rifiuti e per rispettare rigorosamente le normative a tutela dell’ambiente.

La legge prevede che concorrano tutti, privati cittadini e attività lavorative, alla gestione ottimale dei rifiuti e delle attività di riciclaggio ad essi collegata. Capire che differenza c’è fra biodegradabilità e compostabilità permette di risparmiare tempo e di non commettere errori.

I materiali biodegradabili

Sono considerati biodegradabili tutti quei materiali organici che possono essere scomposti dai microrganismi naturali che vivono nel terreno e nelle acque di superficie in modo sicuro e rapido, per diventare acqua o gas, come il metano e l’anidride carbonica. Quindi, la biodegradabilità è la capacità di un materiale di scomporsi in modo naturale, per tornare a donare vita al pianeta. La normativa europea UNI EN 13432 del 2002 prevede che un prodotto possa essere etichettato come biodegradabile solo se il 90% della decomposizione avviene entro 6 mesi.

I materiali compostabili

Sono materiali organici compostabili quelli che, per essere riciclati, hanno bisogno di subire un processo di compostaggio, ovvero un procedimento in un ambiente che faciliti la loro scomposizione e trasformazione. Si tratta di un processo di biodegradazione aerobica che produce un materiale simile al terriccio scuro, che, opportunamente sanificato e stabilizzato, è ricco di sostanze nutritive utili, divenendo, così, un fertilizzante naturale e biologico, il compost.

Secondo la legge, un prodotto può essere etichettato con la dicitura “compostabile” se il processo di trasformazione in compost è garantito nell’arco di 3 mesi in un impianto di compostaggio industriale.
Diverse sono le tempistiche del compostaggio domestico rispetto a quello industriale in ambiente apposito e controllato: il compostaggio casalingo si svolge molto più lentamente, viste le temperature più basse e instabili a cui si trovano i contenitori dedicati alla produzione di compost, posti, generalmente all’aperto in giardino o nell’orto.

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