Forse ormai ci saremo abituati a sentir parlare di botulino in relazione al mondo della bellezza. In realtà, questa applicazione è decisamente secondaria: il botulino in natura ha tutt’altra attività e quando se ne parla in relazione agli alimenti, allora è da considerare decisamente un problema.
Per capire bene che cos’è il botulino e qual è la sua attività facciamo una breve panoramica.
Che cos’è il botulino
Il botulino, il cui nome scientifico è Clostridium botulinum, è un batterio anaerobico. In natura si può trovare normalmente nell’intestino dei mammiferi, nelle branchie dei pesci, negli organi di granchi e molluschi, ma anche nel suolo e negli alimenti mal conservati, dove vive ed è innocuo almeno fino al momento in cui non cominci a produrre tossine.
La tossina botulinica è una neurotossina mortale: colpisce il sistema nervoso interrompendo i processi di comunicazione fra i neuroni.
Per cui il botulino rappresenta un pericolo gravissimo e mortale per l’uomo: se si consumano alimenti contaminati da tossina botulinica si incorre in una patologia definita botulismo, che può risultare persino letale.
In medicina estetica viene sfruttata la sua neurotossicità per interrompere gli stimoli muscolari di alcune zone del viso, impedendo ai muscoli di contrarsi e che conseguentemente si formino le rughe – ma per arrivare a questo la tossina viene adeguatamente trattata e dosata.
Quali sono gli alimenti a rischio
Ci sono degli alimenti che si prestano particolarmente alla proliferazione di questo batterio, che sono le carni e i pesci in scatola, i salumi, le conserve e le verdure sott’olio, specialmente quelle di produzione casalinga. Non ne sono totalmente esenti, purtroppo, neanche i prodotti industriali, durante la cui produzione si adottano tutte le precauzioni igienico sanitarie del caso.
Come possiamo accorgerci della sua presenza
Possiamo avere un indizio, tra l’altro non certo, della presenza di botulino solo con un esame visivo e/o olfattivo.
Vanno tenuti in considerazione tutti i cambiamenti di stato – colore, odore e consistenza. Alterazioni come rammollimenti o muffe possono essere un segnale, come anche l’irrancidimento e un odore particolarmente acre.
Oppure: hai mai sentito dire che se il tappo di una conserva appare rigonfio è bene buttare via tutto? Ecco, questa è saggezza popolare: il gonfiore del tappo indica un’attività anomala all’interno della confezione, probabilmente imputabile al botulino, o probabilmente no; in ogni caso, meglio rinunciare a scoprirlo.
Purtroppo, il botulino non è individuabile nemmeno a livello gustativo; per questo non è possibile essere consapevoli della sua involontaria ingestione.
Cosa succede se si ingerisce cibo contaminato?
L’intossicazione da botulino si presenta con una sintomatologia varia. Dopo un periodo di incubazioni di uno/due giorni o poco più, compaiono sintomi come nausea, vomito, stitichezza, ritenzione urinaria, difficoltà nel parlare e nel respirare, forti dolori muscolari seguiti da paralisi, paralisi del viso, secchezza delle fauci, alterazioni visive.
Allo stadio più grave si arriva alla paralisi respiratoria, con conseguente asfissia e morte.
Come evitarlo
Oltre alle più comuni regole di buon senso, non c’è altro modo per prevenire il botulino alimentare. Anche la cottura dei cibi che si sospettano essere contaminati potrebbe non rivelarsi efficacie al 100%.
In caso di ingestione accidentale e involontaria e di conseguente intossicazione, esiste comunque un’antitossina che, se somministrata tempestivamente, può escludere le conseguenze più nefaste.